"Città di Gerusalemme: Quando dall’esilio di Babilonia si invoca il ritorna alla terra dei padri, è a Gerusalemme che anzitutto è rivolta la nostalgia dei profeti e dei cantori d’Israele. Il Salmo 136 rimane il documento più commovente e più significativo a questo proposito: “Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia
“Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova ... per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore” (Dt 8, 2-3)."
G. Ravasi scrive nel suo libro: Il Libro della Genesi (1-11), Città Nuova, Roma, 1990, p. 163: “Dio non ama la città o la nazione dominatrice della storia, detesta l’imperialismo di un popolo sull’altro, rifiuta coloro che hanno piani di conquista e non di dialogo, di sopraffazione e non di collaborazione
“Le sue fondamenta sono sui monti santi; il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. Di te si dicono cose stupende, città di Dio. Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono; ecco, Palestina, Tiro ed Etiope: tutti là sono nati. Si dirà di Sion: “L’uno e l’altro è nato in essa e l’Altissimo le tiene salda”. Il Signore scriverà nel libro dei popoli: “Là costui è nato”: E danzando canteranno: “Sono in te tutte le mie sorgenti (Salmo 87)
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