venerdì 29 luglio 2022

Sabato 30 /07/2022 . Shabbat Shalom שבת שלום.- La Sinagoga di Asti





L'interno della sinagoga


https://it.wikipedia.org/wiki/Sinagoga_e_museo_ebraico_di_Asti


Comunità ebraica di Asti

Il XX secolo portò la seconda guerra mondiale e le persecuzioni nazi-fasciste che svuotarono il ghetto deportandone gli abitanti. Solo tre dei trenta deportati fecero ritorno ad Asti (una lapide nel cortiletto della sinagoga ricorda i nomi dei deportati). Dopo la liberazione, gli ebrei astigiani, ridotti ad un numero esiguo, non hanno più potuto ricostruire la loro comunità, che oggi esiste solo come sezione della comunità ebraica di Torino.


Nei locali che un tempo furono del tempietto invernale, si può visitare un piccolo ma importante museo, in cui sono esposti oggetti liturgici, rituali e varie testimonianze della presenza ebraica in Asti. Tra gli oggetti ricordiamo:


il Chanukkiah, candelabro con otto lumi oltre un nono che serve per accendere gli altri,

il Shofar, corno di montone suonato durante alcune solennità,

il Ner tamid, lampada in argento sbalzato

il Tevah, podio o leggio in legno intarsiato, dove si leggono i rotoli della Toràh

https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_ebraica_di_Asti




Cimitero ebraico di Asti

Con la costituzione della comunità ebraica di Asti fu ad essa assegnato un terreno, che doveva essere acquistato, dove seppellire i morti. Nel suo "Giornale di Asti", e principalmente nell'appendice del 1806, raccolta poi in volume intitolato "Asti nelle sue chiese ed iscrizioni", l'Incisa, individua il terreno come "prato degli ebrei", situato all'esterno della prima cinta muraria, a nord, in una zona oggi corrispondente all'attuale via Massimo d'Azeglio, in particolare all'altezza del numero 42.


Nel 1810, il prato degli ebrei fu sostituito dal cimitero ebraico in via dei Martiri Israeliti.


All'ingresso è presente una lapide a ricordo dell'olocausto ed il tumulo datato marzo 1902 con le ossa esumate dal "prato degli ebrei". Tra i personaggi illustri sepolti nel cimitero si ricordano: Rafael Beniam Artom (alla cui figura si ispira il romanzo I giorni del mondo di Guido Artom del 1981), suo figlio Isacco Artom (segretario di Cavour) e Zaccaria Ottolenghi (costruttore e finanziatore del Teatro Alfieri).

Attualmente il cimitero è visitabile e continua ad accogliere ebrei defunti di origine astigiana.

https://it.wikipedia.org/wiki/Cimitero_ebraico_di_Asti

sabato 23 luglio 2022

Sabato 23 /07/2022 . Shabbat Shalom שבת שלום. La Sinagoga di Lipsia




sta in 

Lipsia e la sfida dell’ebraismo vivo

Prima del secondo conflitto mondiale vivevano a Lipsia circa 14mila ebrei: la sesta comunità del Paese e la prima di Sassonia. Alla fine della guerra, se ne conteranno appena 15. Si sarebbero poi aggiunti i reduci dai campi di sterminio, per un totale di circa 200 persone. Una faticosissima risalita dalle macerie.

Di sinagoghe ne è sopravvissuta solo una, la Brody, risalente anch’essa al diciannovesimo secolo, che è oggi il perno di una delle comunità ebraiche più attive del Paese. Ne fanno parte all’incirca 1300 persone, provenienti perlopiù da Paesi un tempo nell’orbita dell’Unione Sovietica.



È una sinagoga sulla Keilstrasse. La sinagoga prende il nome dalla città di Brody nell'attuale Ucraina.


La sinagoga Brodyer è una sinagoga ortodossa in Sassonia. L'edificio religioso ebraico fa parte dello sviluppo chiuso nell'area a nord dell'anello interno della città di Lipsia. La facciata dell'edificio sacro prospiciente Keilstraße mostra finestre a forma di ruota con vetri artificiali colorati al piano terra.




venerdì 15 luglio 2022

Sabato 16/07/2022 . Shabbat Shalom שבת שלום. la sinagoga di Ostia antica



La sinagoga di Ostia antica in corso di scavo. Anno 1961 (Archivio Fotografico Pa-Oant C 1987)

La sinagoga di Ostia antica

L'edificio ostiense sorgeva lungo la Via Severiana (si conserva una porzione del basolato stradale), sul lato sud, in prossimità dell’antica linea di costa: il territorio era molto diverso allora da oggi: la linea di costa era molto arretrata rispetto all'attuale.


La sinagoga, dunque, sorgeva quasi in riva al mare, fuori dalla porta cittadina: una posizione molto decentrata, che si spiega con il voler comunque mantenere la propria identità religiosa ben distinta dalla serie di culti che si svolgevano in città e ai quali erano dedicati tanti, tantissimi luoghi, sacelli, templi e aree sacre, in funzione delle singole specificità delle divinità in questione. Inoltre, per gli Ebrei le spiagge del Mediterraneo erano considerate luoghi puri per fare abluzioni rituali. L’edificio di culto era orientato in direzione Est/Sud-Est: ovvero in direzione di Gerusalemme.

Esistono due teorie sulla storia della sinagoga di Ostia antica. La prima è l'interpretazione di Maria Floriani Squarciapino, che diresse gli scavi della sinagoga negli anni '60: la prima fase dell'edificio risalirebbe alla fine del I secolo d.C., con un importante rifacimento all'inizio del IV secolo. Secondo le ipotesi più recenti, però, l'edificio nel I secolo non avrebbe avuto le funzioni di sinagoga, ma di edificio privato, e fu trasformato in sinagoga solo in una seconda fase, nel III secolo, a seguito della realizzazione della via Severiana nel 200 d.C.


venerdì 8 luglio 2022

Sabato 09/07/2022 . Shabbat Shalom שבת שלום La sinagoga Scola Nova nell'antico quartiere ebraico di Trani




La sinagoga Scola Nova è una sinagoga edificata nell'antico quartiere ebraico di Trani. Dopo la cacciata degli ebrei avvenuta nel XVI secolo divenne una chiesa con il nome di Santa Maria di Scolanova. Ritornò all'uso originario nel 2005.



Comunità ebraica di Trani

La rinascita ebraica di Trani avviene nel 2004 grazie agli ebrei pugliesi e al Rav Shalom Bahbout. Il 15 luglio 2004 viene indetta l'Assemblea costituente degli Ebrei di Trani; contestualmente il Comune di Trani restitusce la sinagoga Scolanova ad uso religioso. La comunità di Roma fornisce 2 Sefarim. Nel 2006 la Comunità Ebraica di Napoli formalizzava l'elevazione di Trani a Sezione, beneficiando dei fondi derivanti dalla legge n.175 finalizzati al pieno recupero della Sinagoga Scolanova. Nel maggio 2007 la comunità madre di Napoli dona alla Sezione tranese un Sefer.[7] [8] [9]

sabato 2 luglio 2022

Volevo chiedere se è possibile dire Kaddish per un cane

 






Testo in lingua inglese in

https://www.facebook.com/RabbiSteinsaltz/photos/a.205150612943460/4212398842218597/


Per un tentativo di traduzione in Italiano  


sta in  

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=pfbid02TdrjxJA9WzWjD6Ruc1uXSMQnjgBmbm5CNjEmeRYEpd7gJMr1aoqdqHQBQRTi2wgrl&id=100001779257735



La scuola in Israele dove insegno è una scuola "integrativa", ovvero studenti religiosi e laici vi studiano insieme. Al mattino la scuola si divide in due: gli studenti religiosi vanno a pregare e i laici hanno un'ora di incontro e conversazione. Tra l'altro, il mio ruolo nella scuola è pregare con gli "adoratori", e poiché questa è una scuola con una popolazione variegata, ci sono sempre storie interessanti.

Un giorno, mentre correvo alla prima lezione dopo la preghiera, vidi entrare in sinagoga un ragazzo non del gruppo di "adoratori" in cerca di qualcuno.

"Hai bisogno di qualcosa? "Ho chiesto.

"Sinceramente, ti stavo cercando. Volevo chiedere... "Si fermò, come se si chiedesse se dovesse continuare, e disse: "Volevo chiedere se è possibile dire Kaddish per un cane "

All'inizio ho quasi sorriso alla domanda, ma poi l'ho guardato di nuovo e ho visto che aveva le lacrime agli occhi ed era molto emozionato. Quando gli ho chiesto cosa fosse successo e cosa volesse dire, questa volta mi ha risposto, le lacrime scorrevano: "La mia famiglia ha un cane. È con noi da prima che io nascessi. Ieri è morto e voglio fare qualcosa in suo ricordo. So che è usanza dire kaddish per un parente stretto che è morto, e per me era come un parente stretto. "

L'ho guardato un po' confuso, non sapevo proprio cosa rispondere. Vedendo la sua situazione, gli ho fatto alcune domande sul cane. L'ho ascoltato per un po'. Poi l'ho confortato e gli ho detto che la preghiera del giorno era finita, e che la mattina dopo gli avrei risposto sul Kaddish.

Ma siccome era mattina, ho corso il mio programma quotidiano e ho dimenticato tutto. Alla fine della giornata, all'uscita della scuola, mi sono ricordato del bambino ed ero davvero imbarazzato.

Da un lato, era così a pezzi e voleva esprimere il suo dolore nella Sinagoga - e cosa c'è di più dolce? D'altra parte... Kaddish per un cane???

Nella mia esitazione, ho scritto la domanda ad un gruppo di amici che hanno studiato con me alla Yeshiva Tekoa. Ho chiarito loro che si trattava di una domanda che sembrava buffa, ma gli dovevo una risposta vera e seria.

Guarda caso, uno dei miei amici era accanto al rabbino Adin Even-Israel Steinsaltz. "Chiederò al rabbino e vi risponderò", ha scritto, "e forse qualche idea ce l'avrà. "

Per qualche istante mi sono chiesto perché mi fossi infilato in tutta questa storia. Ho pensato che forse il rabbino l'avrebbe vista come una domanda strana e non avrebbe capito affatto quale fosse la storia. Mi sono chiesto perché stessi facendo impazzire tutti e perché non ho confortato il ragazzo nel corridoio dicendogli di lasciare i cani fuori dalla sinagoga.

Dopo due minuti di seduta con me stesso e di riflettere, ho visto un messaggio del mio amico, che diceva: "Il rabbino Adin dice che potrebbe dire con i membri della sinagoga il 'Salmo dei cani' da un capitolo dei Salmi. "

BOOM.

In quel momento ho capito. Dopo tutto, nel Midrash "Perek Shira" si dice che il salmo "Lechu Neranana" (Salmi 95) è il salmo cantato dai cani ogni giorno. Anche dopo una lunga conoscenza con il rabbino Adin, in quel momento l'ho ammirato di nuovo. Ho ammirato il pensiero semplice e onesto, che trova angolo e posto per ognuno di noi.

Il giorno dopo, il ragazzo radunò un piccolo gruppo di amici e insieme recitammo il salmo verso per verso. Quando abbiamo finito di leggere, sebbene non fosse un Kaddish, tutti questi cari studenti hanno urlato "Amen! "

Il ragazzo sorrise ed è stato consolato, e quel giorno ho imparato. Ho appreso dello spazio infinito dell'ebraismo, che attraverso lo studio, il pensiero creativo e la cura, c'è spazio sufficiente per chiunque in qualsiasi momento.


This story and others about the Rav were collected and authored in Hebrew by Yoel Shpitz and will be published by Yediot Ahronot. In stores Fall 2022

venerdì 1 luglio 2022

Sabato 02/07/2022 . Shabbat Shalom שבת שלום- La Sinagoga di Trieste




https://www.youtube.com/watch?v=BZfWMMtjSxI



https://it.wikipedia.org/wiki/Sinagoga_di_Trieste


http://www.triestebraica.it/it


https://www.triesteprima.it/cronaca/san-giusto-d-oro-comunita-ebraica-trieste-la-storia-12-dicembre-2108.html


Nel 1938, durante il Ventennio fascista, vennero promulgate le leggi razziali e dal 1940 vi furono attacchi contro la comunità ebraica. Con l'occupazione nazista ci furono operazioni di rastrellamento nei confronti degli ebrei il 9 ottobre 1943 e il 20 gennaio 1944 quando l'obiettivo furono gli anziani e i malati della Casa di riposo israelitica "Pia Casa Asilo Gentilomo", situata in via di Cologna 29.

Verso sera, il 20 gennaio 1944, arrivarono i militari nazisti con uno o due autobus della linea "10". Gli Ebrei anziani e malati, là ricoverati, furono brutalmente caricati sugli autobus e portati alla Risiera di San Sabba, ricavata da un edificio per la pilatura del riso. Da lì furono portati nella vicina stazione ferroviaria di Trieste - San Sabba, con destinazione Auschwitz, dove finirono nelle camere a gas e nei forni crematori. Infatti nell'autunno del 1943, un anno e mezzo prima del termine della Seconda guerra mondiale venne installato dai tedeschi un campo di concentramento, unico nel suo genere in Italia, presso la Risiera di San Sabba nella periferia meridionale della città. Vi furono deportati 710 ebrei. Nel 1945 solo 2.300 ebrei rimasero in città, nel 1965 erano solo 1.052. Oggi la comunità ebraica della città conta circa 700 membri.


https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_ebraica_di_Trieste