L'interno della sinagoga
https://it.wikipedia.org/wiki/Sinagoga_e_museo_ebraico_di_Asti
Comunità ebraica di Asti
Il XX secolo portò la seconda guerra mondiale e le persecuzioni nazi-fasciste che svuotarono il ghetto deportandone gli abitanti. Solo tre dei trenta deportati fecero ritorno ad Asti (una lapide nel cortiletto della sinagoga ricorda i nomi dei deportati). Dopo la liberazione, gli ebrei astigiani, ridotti ad un numero esiguo, non hanno più potuto ricostruire la loro comunità, che oggi esiste solo come sezione della comunità ebraica di Torino.
Nei locali che un tempo furono del tempietto invernale, si può visitare un piccolo ma importante museo, in cui sono esposti oggetti liturgici, rituali e varie testimonianze della presenza ebraica in Asti. Tra gli oggetti ricordiamo:
il Chanukkiah, candelabro con otto lumi oltre un nono che serve per accendere gli altri,
il Shofar, corno di montone suonato durante alcune solennità,
il Ner tamid, lampada in argento sbalzato
il Tevah, podio o leggio in legno intarsiato, dove si leggono i rotoli della Toràh
https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_ebraica_di_Asti.
Cimitero ebraico di Asti
Con la costituzione della comunità ebraica di Asti fu ad essa assegnato un terreno, che doveva essere acquistato, dove seppellire i morti. Nel suo "Giornale di Asti", e principalmente nell'appendice del 1806, raccolta poi in volume intitolato "Asti nelle sue chiese ed iscrizioni", l'Incisa, individua il terreno come "prato degli ebrei", situato all'esterno della prima cinta muraria, a nord, in una zona oggi corrispondente all'attuale via Massimo d'Azeglio, in particolare all'altezza del numero 42.
Nel 1810, il prato degli ebrei fu sostituito dal cimitero ebraico in via dei Martiri Israeliti.
All'ingresso è presente una lapide a ricordo dell'olocausto ed il tumulo datato marzo 1902 con le ossa esumate dal "prato degli ebrei". Tra i personaggi illustri sepolti nel cimitero si ricordano: Rafael Beniam Artom (alla cui figura si ispira il romanzo I giorni del mondo di Guido Artom del 1981), suo figlio Isacco Artom (segretario di Cavour) e Zaccaria Ottolenghi (costruttore e finanziatore del Teatro Alfieri).
Attualmente il cimitero è visitabile e continua ad accogliere ebrei defunti di origine astigiana.