https://morasha.it/shemot-cosa-significa-saro-quel-che-saro/
In questa parashà viene descritto l’inizio della profezia di Moshè. Pascolando il gregge del suocero Yitrò, Moshè arrivò al monte Chorèv dove ebbe l’apparizione del roveto ardente e la sua prima profezia. L’Eterno disse a Moshè di tornare in Egitto per liberare il popolo d’Israele dalla schiavitù e condurli nella Terra Promessa ai loro padri. Moshè chiese all’Eterno come avrebbe risposto ai figli d’Israele se gli avessero chiesto con quale nome l’Eterno si era presentato a lui. “E Dio disse a Moshè: E-h-y-è ashèr E-h-y-è. (Sarò quel che sarò)” (Shemòt, 3:14).
pubblico una sola parte del testo di interpretazione
R. Ya’akov Tzvi Meklenburg (Polonia, 1775-1865, Germania) nella sua opera Ha-Ketàv Veha-Kabbalà, scrive che quando l’Eterno rispose a Moshè dicendo “Sarò quel che sarò” intendeva dire che Egli può essere quello che vuole essere e si presenta con un nome diverso a seconda delle situazioni. Si presenta con il nome “E-l-o-h-ì-m” quando giudica; con il nome “Tze-va-òt” quando punisce i malvagi; quando sospende i peccati degli uomini si presenta con il nome “E-l Shad-dày”; quando ha misericordia delle creature si presenta con nome “H-a-v-a-y-à”. Incomprensibile agli esseri umani e per noi illeggibile è “il Nome separato” (Shem Ha-Meforàsh) indicato dalle lettere Y-H-V-H (il Tetragramma).
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