venerdì 29 settembre 2023

dal tramonto di Venerdi 29 Settembre 2023 -La Festa delle Capanne





Questa sera, al tramonto, festeggiamo Sukkot, conosciuta come "Festa delle capanne" che dura 8 giorni fuori Israele (7 giorni in Israele).

L’attenzione è posta sul raccolto e l’abbondanza che portano un cambiamento radicale e benvenuto dopo la solennità di Rosh HaShanà e di Yom Kippur. 

Chag Sukkot Sameach! 


Orari:

Accensione delle candele ore 18.37

Accensione delle candele sabato 30 settembre ore 19.38

Uscita delle tre stelle domenica 1 ottobre ore 19.36


La sukkah (capanna), caratteristica di Sukkot, diventa la nostra abitazione per tutta la durata della festa per immergerci nuovamente nella natura che non è solo bella, ma può avere dei suoi pericoli. 

Sukkot rappresenta da una parte una riflessione sulla nostra debolezza e dall'altra una grande espressione di fiducia nell'aiuto che ci viene da D-o


https://www.facebook.com/ComunitaEbraicaDiRoma/videos/332436489325774/



https://it.wikipedia.org/wiki/Sukkot


https://it.chabad.org/library/article_cdo/aid/5443/jewish/Sukkt.htm


https://it.chabad.org/library/article_cdo/aid/6187/jewish/Che-Cos-Sukkt.htm


https://torah.org/search_gcse/?q=Sukkot

venerdì 22 settembre 2023

Sabato 23/09/2023 - Shabbat Shalom שבת שלוםàà(Il decimo canto non è stato ancora cantato. È il canto del Messia).






Lo Shabbat che osserviamo tra Rosh Ha Shanà e Kippur è particolare. Shabbat Shuvà, significa "ritorna al Signore". In questi giorni in cui il Signore è più vicino a noi dobbiamo cogliere l’occasione per tornare sulla retta via. 

Guarda il video e segui la lezione del Rabbino Capo Riccardo Di Segni su Shabbat Teshuvà.

Accensione delle candele ore 18.49

 Uscita delle tre stelle ore 19.50


https://www.facebook.com/ComunitaEbraicaDiRoma/videos/1025309855555750/




PARASHÀ Haazinu Deut. 32, 1-52

HAFTARÀ Italiani/Sefarditi: Hosea 14: 2-10; Michà 7: 18-20

Ashkenakiti: Hosea 14: 2-10; Gioele 2: 15-27


Parashat Haazinu. La fede, come la musica, è un linguaggio senza tempo


I rabbini hanno enumerato dieci canti nei momenti chiave della vita della nazione. Tra questi il canto degli Israeliti in Egitto (vedi Isaia 30:29), la cantica dopo il passaggio del Mar Rosso (Esodo 15), la cantica al pozzo (Numeri 21), e Ha’azinu, la cantica di Mosè alla fine della sua vita. Giosuè anche cantò una cantica (Giosuè 10:12-13). Così fecero Debora (Giud. 5), Anna (1 Sam. 2) e Davide (Sam. II 22). In fine abbiamo il Cantico dei Cantici, Shir ha-Shirim, riguardo al quale Rabbi Akiva disse: “Tutti i canti sono sacri, ma il Cantico dei Cantici è il santo dei santi”.

Il decimo canto non è stato ancora cantato. È il canto del Messia.


https://www.mosaico-cem.it/vita-ebraica/parasha-della-settimana/parashat-haazinu-la-fede-come-la-musica-e-un-linguaggio-senza-tempo/

venerdì 15 settembre 2023

Rosh Ha Shanà 5784.-Shanà Tovà. לְשָׁנָה טוֹבָה *

Rosh Ha Shanà 5784.-Shanà Tovà. לְשָׁנָה טוֹבָה *

 


La festa solenne durerà dalla sera di venerdì 15 settembre alla sera di domenica 17 settembre. 
Accensione delle candele
🕯🕯 Venerdì 15 settembre ore 19.01
🕯 Sabato 16 settembre ore 20.02
⭐️⭐️ Uscita delle tre stelle domenica 17 settembre ore 20.01





“Rosh Ha Shana è un giorno della memoria particolare, non è il giorno in cui noi ricordiamo qualcosa, ma chiediamo al S. di ricordarsi di noi. Anche per questo noi suoniamo lo Shofar, sia per scuotere le nostre coscienze, i nostri corpi, le nostre anime, sia per far salire un grido verso l’alto consapevoli del fatto che siamo esseri deboli, ma che c’è anche un atto di misericordia da parte di H”.




Rosh Hashanà. I suoni dello shofàr sono la scala musicale dei sentimenti



Rosh Hashanà. Rav Alfonso Arbib: «Impegnatevi gli uni per gli altri»


*. Usato come augurio durante Rosh Hashanah (il capodanno ebraico). [1] La frase è un'abbreviazione per "l'shanah tovah techatemu ve tikatevu" (לְשָׁנָה טוֹבָה תֵּחָתֵמוּ וְתִכָּתֵבוּ), che significa "che il tuo nome possa essere inscritto e serbato (nel Libro della Vita) per un buon anno".[2] Una versione più breve è: "ktiva ve chatima tova" (כְּתִיבָה וְחֲתִימָה טוֹבָה), che significa "[ti auguro di avere] una buona firma [nel Libro della Vita]".[2] In occasione di Rosh Hashanah sono usate anche le espressioni shanah tovah (שָׁנָה טוֹבָה), che significa letteralmente "un buon anno", e shana tova u'metukah (שָׁנָה טוֹבָה וּמְתוּקָה) "un buon e dolce anno".


Rosh Hashanà. Un suono che spaventa il male

https://morasha.it/rosh-hashana-un-suono-che-spaventa-il-male/



venerdì 8 settembre 2023

Sabato 09/09/2023 - Shabbat Shalom שבת שלוםàà


 

Parashot Nitzavim e Vayelech.Il rinnovamento personale e nazionale, l’ultima eredità data da D-o a Mosè



Il momento era arrivato. Mosè stava per morire. Aveva visto morire prima di lui sua sorella Miriam e il fratello Aaron. Aveva pregato Dio – non di vivere per sempre, nemmeno di vivere più a lungo, ma semplicemente: “Lasciami andare e vedere il buon paese oltre il Giordano” (Deuteronomio 3:25). Lasciami completare il viaggio. Lasciami raggiungere la destinazione. Ma Dio disse di no: “Basta”, disse il Signore. “Non parlarmi più di questa faccenda”. (Deuteronomio 3:26) Dio, che aveva acconsentito a quasi ogni altra preghiera fatta da Mosè, tuttavia questa gliela rifiutò.



Questa settimana leggeremo due parashot, Nitzavim e Vayelech, che vengono lette nell'ultimo Shabbat dell'anno. Mosè alla fine della sua vita si separa dal suo popolo ma prima di congedarsi consegna ad ogni tribù un Sefer Torà. Sapevi che esiste una mitzvà secondo cui ogni ebreo ha l'obbligo di scrivere un suo Sefer Torà?



Se Hakhel è il rinnovamento nazionale, il precetto secondo cui ciascuno di noi dovrebbe prendere parte alla stesura di un nuovo Sefer Torà è il rinnovamento personale. Era il modo di Mosè di dire a tutti: non vi basta dire, ho ricevuto la Torà dai miei genitori (o nonni o bisnonni). Bisogna prenderla e renderla nuova in ogni generazione.