INCIPIT
Vi è ormai una nutrita bibliografìa concernente la continuità, il legame e la necessità della conoscenza reciproca tra la
preghiera ebraica e quella cristiana, malgrado le opinioni contradditorie degli autori, in quanto spesso inseriscono le proprie presupposizioni nelle fonti storiche di cui trattano. Personalmente preferiamo muoverci nei limiti delle informazioni
ricavate dalle fonti testuali ebraiche: il Pentateuco, la M ishnah,
i frammenti manoscritti della Genizà del Cairo, e cristiane: i
vangeli, gli Atti degli apostoli, le epistole paoline, le stesure latina, greca e sahidica della Didascalia apostolica, la Didaché, la
Haggadah dei cristiani quartodecimani, in particolare Perì Pàscha di Melitone di Sardi, i testi apologetici cristiani, Breviari latini e Mega Horologion, ecc. Il nostro campo analitico
riguarda la liturgia comparata sinagogale e cristiana col riferimento particolare all’ora canonica, per cui il metodo utilizzato
si fonda sull'analisi testuale del significato dei salmi, secondo
l'occasione e il momento in cui vengono recitati, se si tra tta di
feste ebraiche, eb. moedim , o della liturgia delle ore
feriale/festiva latina e bizantina. In effetti, la pratica orante di
Gesù, non solo conferma l’uso della preghiera ebraica ma,
direi, ne risulta, perfino, rafforzata a giudicare dal desiderio
dei discepoli di imparare a pregare dopo che udirono la preghiera con cui il loro Maestro si rivolgeva a Dio Padre. Indubbiamente costoro dovevano essere particolarmente colpiti se
dissero: "Signore, insegnaci a pregare, com e anche Giovanni insegnò ai suoi discepoli”
per altri studi dell'autrice
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