venerdì 31 marzo 2023

Sabato01/04/2023 . Shabbat Shalom שבת שלוםààLa Parashà di questa settimana, Tzav, descrive l’offerta di ringraziamento, il korban todà.


Una delle espressioni dell’ebraico più comune e conosciuta è “lechaim”. Certo, ci sono difficoltà, ma alla fine, concludiamo sempre che vale la pena sopportare i momenti dolorosi per provare i piaceri della vita. La Parashà di questa settimana, Tzav, descrive l’offerta di ringraziamento, il korban todà. Rashi afferma: Un uomo porta un’offerta di ringraziamento (nel Bet haMikdash) quando viene salvato da un potenziale pericolo. Ci sono quattro tipi di persone che offrivano questo korban: I viaggiatori per mare, i viaggiatori del deserto, coloro che sono usciti di prigione e un paziente gravemente malato che si è ripreso. Come dice il versetto nei Tehilim (107:22), “Dovrebbero rendere grazie a D-o per la Sua bontà e per le Sue meraviglie verso l’umanità” (Vayikrà 7:12). In modo interessante, la formula mnemonica per ricordare il gruppo di persone citato da Rashi è CHaYYiM – che significa “vita”, dalle cui lettere si possono comporre le parole Chavush (prigione), Yisurim (malattia), Yam (mare) e Midbar (deserto)] (Shulchan Aruch 219:1). Ai nostri tempi, realizziamo questo concetto quando recitiamo la beracha chiamata haGomel (“Colui che concede favori…”), con la quale ringraziamo D-o per averci salvato da possibili disastri perché desideriamo rimanere in vita.

È curioso notare che dopo aver sentito qualcuno recitare una berachà rispondiamo semplicemente “Amen”, con un’eccezione. Dopo aver sentito una persona recitare la Birkat haGomel, rispondiamo: “Amen, mi sheghemalcha kol tov Hu yigamlcha kol tov sela” – “Colui che ti ha concesso tutto il bene possa continuare a concederti tutto il bene”.


testo integrale in 

https://morasha.it/tzav-qual-e-la-parolina-magica/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=kolot-tzav-qual-e-la-parolina-magica-210

venerdì 17 marzo 2023

Sabato 18/03/2023 . Shabbat Shalom שבת של. Shalom Ben- Chorin*-uno tra i maggiori teologi dell'ebraismo contemporaneo

 

Tra i libri di casa 



La fede ebraica – 
lineamenti di una teologia dell'ebraismo sulla base del credo di Maimonide 
di Shalom Ben Chorin (Autore), M. Loewy (a cura di), G. Lustig (Traduttore)-13 novembre 1997 Edizione il Melangolo 

"Nel XII secolo, periodo di maggior fioritura del pensiero  religioso islamico ed ebraico, Mosè Maimonide indicò in numero di tredici i principi e i fondamenti del giudaismo : una sorta di professione di fede destinata a determinare la vita religiosa delle comunità ebraiche della diaspora tanto in Occidente quanto in Oriente.
A quasi un millennio di  distanza, Shalom Ben- Chorin-uno tra i maggiori teologi  dell'ebraismo contemporaneo-ne offre,con lo studio che presentiamo, un commento esemplare per chiarezza e profondità,cercando di cogliervi quelle verità perenni e perciò stesso attuali che rappresentano l'essenza di ogni genuino messaggio religioso" (risvolto-quarta di copertina)  

*Schalom Ben-Chorin, ebraico שלום בן-חורין; nome di nascita Fritz Rosenthal (Monaco di Baviera, 20 luglio 1913 – Gerusalemme, 7 maggio 1999), è stato un giornalista e teologo tedesco.

Ben-Chorin lavorò con determinazione per il dialogo cristiano-ebraico, per il superamento dell'antisemitismo cristiano e per la possibilità di una teologia dopo la tragedia di Auschwitz.

Il suo nome significa Pace, figlio della Libertà.


***


Oh! Gerusalemme, preferita da Dio, di te ognuno può dire: «Ecco mia madre, in te ogni uomo è nato» (Sal. 97), e le nazioni salgono verso la luce. Oh, Gerusalemme, io cammino verso di te. Oh Gerusalemme, «Città salda e compatta» dove si riuniscono tutti i figli di Abramo e in cui si concentra la preghiera per la pace (Sal. 122). Oh Gerusalemme, io cammino verso di te. Oh! Gerusalemme, le cui colline piangono di desolazione e danzano di speranza, monte Moriah e Golgota, muro del Tempio e memoriale Yad Vashem..sepolcro vuoto dove l'angelo invita a non cercare fra i morti Colui che è Vivente (Lc. 24,5). Oh! Gerusalemme, io cammino verso di te. Oh! Nuova Gerusalemme, tu che discendi dal cielo vestita come una sposa nel giorno delle nozze, tu che non hai più tempio, perché il tuo tempio «è il Signore, il Dio onnipotente e l'Agnello» (cf. Ap. 21)! Oh Gerusalemme del cielo, noi camminiamo verso di te.

riflessione anno  2000 del Card. Roger Etchegaray) 

sta in 
RADICI DELL'ANTIGIUDAISMO IN AMBIENTE CRISTIANO"
Simposio organizzato dalla Commissione teologico-storica 
del Grande Giubileo dell'anno 2000

Perché le fede cristiana ha bisogno del giudaismo

venerdì 10 marzo 2023

Sabato 11/03/2023 . Shabbat Shalom שבת של. Noi siamo anche i nostri errori


"Nella Parashà di Ki Tissa* è raccontato quello che probabilmente è uno dei più grandi peccati che il popolo ebraico abbia mai commesso. Quaranta giorni dopo aver ricevuto la Torà, dopo la rivelazione sul Monte Sinai, avviene l’impensabile. Viene costruito un vitello d’oro che diventa centro di un culto idolatra. La vista del popolo che adora e si prostra di fronte al vitello d’oro era così sconcertante che Moshe frantumò le Tavole della Legge. 

Eppure- D-o comanda l’esatto contrario. La Ghemara dice che a Moshe fu comandato di mettere le Tavole spezzate, insieme a quelle intere, nell’Aron. Lungi dall’essere nascoste o distrutte, queste tavole spezzate appartengono al luogo più sacro della terra. Perché? Perché tanta importanza?

Rav Tzadok di Lublino nota che questa collocazione contiene un insegnamento importante. Dobbiamo renderci conto che i nostri errori sono una parte fondamentale di ciò che siamo. Piuttosto che vergognarci del nostro passato, dovremmo vederlo come un passo importante nella nostra crescita e nel nostro sviluppo, come una parte fondamentale della nostra curva di apprendimento. ..le due serie di Tavole, quella spezzata e quella intera, si toccano l’una con l’altra. La sede delle emozioni umane si trova nel cuore. Qui, in questo spazio chiuso, dobbiamo conservare le nostre emozioni e le nostre esperienze, farne tesoro per migliorare noi stessi e per influenzare positivamente il prossimo


articolo completo in

https://morasha.it/ki-tissa-noi-siamo-anche-i-nostri-errori/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=kolot-ki-tissa-noi-siamo-anche-i-nostri-errori-196



*Ki TisaKi TissaKi Thissa, o Ki Sisa (ebraico: כִּי תִשָּׂא — tradotto in italiano: “quando farai”, incipit di questa parashah) ventunesima porzione settimanale della Torah (ebr. פָּרָשָׁה – parashah o anche parsha/parscià) nel ciclo annuale ebraico di letture bibliche dal Pentateuco, nona nel Libro dell'Esodo. Rappresenta il passo 30:11-34:35[1] di Esodo, che gli ebrei leggono durante il ventunesimo Shabbat dopo Simchat Torah, generalmente a fine febbraio o in marzo.


venerdì 3 marzo 2023

Sabato 04/03/2023 . Shabbat Shalom שבת של

Acqua, fondamento della Creazione. L’oro sprecato

RAV SCIALOM BAHBOUT


https://morasha.it/acqua-fondamento-della-creazione-loro-sprecato/

"La Bibbia associa spesso la parola maim (acqua) con la parola chaim (vita)

Paradossalmente, dal punto di vista della crescita  morale e spirituale, la risorsa acqua piovana è preferibile a quella che scorre sulla terra o può essere estratta dalla falda acquifera, e questo perché la Bibbia non è interessata solo a un raccolto abbondante, ma anche allo sviluppo di una persona completa al servizio di Dio e della società. Un luogo ricco naturalmente di acqua provoca un sentimento di orgoglio, e il controllo delle fonti idriche crea un senso di potere e potenza, che può diventare pericoloso per una società. Così le piogge che provengono dall’alto creano un uomo “vivo” che sa che non è il padrone del Mondo e non è in grado di controllare tutto."



Sta in 
L’ACQUA NELLA BIBBIA E NELLA TRADIZIONE EBRAICA – DI ELENA LEA BARTOLINI DE ANGELI