• 01/09/2009 - Bollettino della comunità ebraica di Milano
L'ebreo universalista che si innamorò della Legge

Anno pubblicazione: 1979
Dopo la Barbarie dal volto umano, ecco il nuovo libro di Bernard-Henri Lévy, del quale «Le Monde» ha detto: «Quando ci si invita ad aver ragione da soli contro l’Intera comunità, ad opporre l’inflessibilità del profeti, a testimoniare come sentinelle solitarie, quando si invoca l’esempio di Ezechiele, Saint John Perse, Camus o Solženlcyn, dubitare di questa parola significa privarsi di una bella occasione di credere e di sperare».
Il testamento di Dio va Infatti ben oltre i chiusi sentieri ormai isteriliti della cultura tradizionale di sinistra. Attraverso una analisi del totalitarismo nel suoi fondamenti «pagani e politeistici», attraverso lo smontaggio del paradossi su cui poggiano per esempio alcune posizioni della «autonomia» – libertaria e dogmatica insieme, negatrice dello stato e sua più fervida sostenitrice – il filosofo francese tocca questioni che coinvolgono anche il nostro Paese, con la sua abile spregiudicatezza che ha già destato tante polemiche. Così per Lévy i «nuovi comunisti», quelli italiani appunto, «non sono più gli ultimi professionisti della conquista del Politico ma i primi specialisti della gestione del sociale: l’altra faccia di questa gestione è la diffusione capillare degli avvertimenti, l’appiattimento del Politico sul civile, Il perfetto sposalizio tra l’apparato e la vita di tutti i giorni, insomma, la forma compiuta del terrore spirituale».
Il culto del Politico nasce dall’idolatria e dal nichilismo: allora il Politico giustifica tutti gli orrori, da Robespierre a Mao, da Hitler a Stalin al «fascista» Khomeini. «Il fatto che la Bibbia sia il libro della resistenza del nostro tempo vuol dire che la principale contraddizione entro cui questa nostra epoca si annoda e si mette in gioco è quella tra paganesimo e monoteismo». «Il monoteismo», conclude Lévy, «è il pensiero di resistenza della nostra epoca perché propone una definizione del male, una dottrina della giustizia, un’etica e una metafisica del tempo».
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