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E non vorrei che si dimenticasse che Prajāpati *è il nome che Elo(h)im assume in Oriente; forse a significare che Israele non ha l’esclusiva del contratto sottoscritto col Divino. Così nessun figlio di Israele riuscirà a nascondere l’accenno di una smorfia di disappunto di fronte a questa identità, proprio come ogni prete cristiano non potrà mai negare la delusione, il senso di vuoto, di sentire la voce del Figlio che, in punto di morte incapace di leggere il disegno divino, urla la sua domanda blasfema: “Elì, Elì lema sabactani?”( Haim Baharier) **
*Nella religione vedica, Prajāpati (in sanscrito प्रजापति, Prajā-pati, "Signore delle creature") è una divinità che presiede alla creazione ed è protettore della vita. Nel Rigveda e nei Brāhmaṇa, appare come divinità creatrice e dio supremo. Ne La letteratura e gli dèi, Roberto Calasso ricorda che Prajāpati è divinità senza nome: solo Ka, pronome interrogativo pari a Chi?, lo definisce.
** sta in In ascolto del Dio silente dialogo con il maestro Haim Baharier, estate 2022 (Haim Baharier, studioso di ermeneutica biblica e di pensiero ebraico, è nato nel 1947 a Parigi da genitori di origine polacca reduci dai campi di sterminio. Allievo di Léon Ashkenazi e di Emmanuel Lévinas, è stato vicino a Rabbi Israel Alter della dinastia chassidica di Gur.)