giovedì 24 dicembre 2020

METAFISICA E ANTISEMITISMO I Quaderni neri di Heidegger tra filosofia e politica



"Il rapporto tra filosofia e politica in Heidegger è sempre stato controverso. Com’è stato possibile che uno dei maggiori filosofi del Novecento abbia aderito al nazionalsocialismo e, soprattutto, non abbia mai riconsiderato la sua posizione anche dopo la Shoah? Con la pubblicazione poi di una parte dei Quaderni neri – il diario intellettuale nel quale Heidegger esprime alcuni giudizi antisemiti – la questione è divenuta ancora più scottante. Qual è il rapporto tra filosofia e politica, in questo pensatore e, più in generale, nei grandi filosofi? Se lo sono chiesto, partendo da Heidegger, alcuni dei principali studiosi del vecchio e nuovo continente.


PETER TRAWNY è direttore del Martin-Heidegger-Institut alla Bergische Universität di Wuppertal; JESÚS ADRIÁN ESCUDERO è professore alla Universidad Autónoma di Barcellona; DEAN KOMEL è professore all’Università di Lubiana; ALFREDO ROCHA DE LA TORRE è professore alla Universidad San Buenaventura di Bogotá; ADRIANO FABRIS è professore all’Università di Pisa."



L’antisemitismo “metafisico” di Martin Heidegger

sta in



cito "Ha notato giustamente Guido Ceronetti in un articolo sul Corriere della Sera che “se mai ci fu e ci sarà ‘un popolo dell’Essere’ quello è l’ebraico, che ha l’Essere e l’assolutezza dell’essere iscritti in quattro lettere che si ha paura di pronunciare. Negare all’ebreo di essere proprietà dell’essere e depositario del Nome che lo nomina, è negargli, in lingua heideggeriana, l’esserci, il dasein, dunque equivale a escluderlo, a sterminarlo. E’ la mano genocida in guanti di gomma. Per questo si può parlare di un antisemitismo tragico”.
Sarà pure tragico, vien fatto di rispondere, ma Heidegger lo prendeva molto sul serio. Un antisemitismo che non ha connotati razziali, bensì ontologici, e che considera l’ebreo come qualcosa di estraneo all’Occidente e alla sua storia "



giovedì 10 dicembre 2020

Intervista a rav Meni Steinsaltz: figlio di Rav Adin Even-Israel Steinsaltz, da pochi mesi scomparso



 Il  testo  completo dell'intervista sta in

https://www.kolot.it/2020/12/09/intervista-a-rav-meni-steinsaltz-chiamatemi-solo-meni/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=kolot-intervista-a-rav-meni-steinsaltz-chiamatemi-solo-meni_253


Tra i tanti insegnamenti di vita da lui trasmessi, quale ti porti sempre appresso?


   
Che esiste l’infinito. Che si può sempre aggiungere ancora
  
un po’ di contenuto al recipiente. 






Cos'altro non sappiamo di lui ?


Che diceva sempre che non bisogna essere persone troppo

pie.Diceva che quando uno è troppo pio,

nasconde sicuramente qualcosa. Perde quasi di autenticità.

La fede è una cosa semplice, non bisogna complicare troppo 

le cose. A volte si arrabbiava e diceva: “Ma chi sei tu? Chi ti ha

dato l’autorizzazione di essere così pio?”.





martedì 1 dicembre 2020

Fede e vita nel giudaismo




"Il saggio del Fohrer introduce con fine sensibilità alla vita religiosa del giudaismo odierno, risalendone le ricche radici. A una breve esposizione del monoteismo ebraico e del significato che in esso trova la torà, fa seguito una minuta esposizione della vita religiosa di tutti i giorni, delle preghiere e dei riti liturgici, del sabato così come delle feste e dei giorni festivi più solenni, con attenzione particolare per le dottrine etiche e di fede che in quei riti si riflettono. Nelle pagine del Fohrer trova cosl espressione non soltanto il giudaismo veterotestamentario e rabbinico-talmudico, bensì anche quello che ha portato alla costituzione dei libri di preghiere attualmente in uso e che di essi si nutre."